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Calà del Sasso

Per la versione della Calà, in salita, dal suddetto tornante numero 2, si prosegue, a piedi, dritti sul tratto di strada bianca (sentiero n. 778 CAI) di circa un chilometro, pressochè pianeggiante, tra due alte pareti rocciose, che porta a Fonte Bessele 255 s.l.m (Fontanèa) dove una struttura in legno accoglie l'escursionista per un breve ristoro al coperto offrendo la possibilità di leggere su un pannello esplicativo la storia dei luoghi, approfondire le caratteristiche dell'architettura della scalinata e l'antica leggenda del 1638, secondo la quale se due innamorati percorrono assieme la Calà mano nella mano, si ameranno per sempre.

Ora viene il bello: la scalinata di 4444 gradini (siamo sinceri, noi non li abbiamo contati, ma ci crediamo) ha inizio.
La straordinaria architettura è tra le più lunghe al mondo e venne costruita alla fine del XIVº secolo per poter condurre il legname da Asiago a Valstagna in modo sicuro e soprattutto indipendente da Gallio e Foza, paesi questi, che pretendevano altrimenti pesanti dazi. Oltre al legname scendevano in continuazione anche mercanzie e soprattutto persone, da qui "Calà" ovvero calare-scendere. Dal punto di vista di Valstagna invece il collegamento fondovalle-montagna era noto come "Strada del Sasso".

Fin dai primi gradini la strada assume una pendenza rilevante ed il buon visitatore deve cercare di prenderne subito il ritmo. Pian piano si adentra sempre più nel bosco fitto di vegetazione e ricco di colori.

Si consiglia di prestare attenzione ad ogni passo per evitare di scivolare perchè la superficie di appoggio in alcuni punti può essere resa scivolosa da acqua e muschi dovuti a piogge o all'umidità presente, specie nelle parti del percorso dove la vegetazione è fitta.
La scalinata è formata da gradini fatti di pietre e sassi, e, accanto, dalla parte che era destinata allo scivolamento dei tronchi, concava e fatta di pietre di dimensioni maggiori. In alcune zone i gradini si interrompono per far transitare delle canalette per il deflusso delle acque costruite anch'esse con sassi e pietre.

Lungo il percorso alcune zone sono denominate in modo particolare, richiamando caratteristiche e peculiarità intrinseche di quel punto. Stiamo parlando, oltre alla già citata Fontanèa nota anche come Fonte del Bessele, sito di arrivo del legname dopo la calata e ristoro per i boschieri, della Volta de Majo, ovvero la curva di Maggio, di Fontanèl dove c'è una vasca di approvvigionamento idrico in cemento realizzata durante la Prima Guerra Mondiale.

Salendo si arriva ad un piccolo piano sotto la Valle delle Fiorentine che scende dal Salto dei Cavalli, detto appunto Pian dee Fiorentine, seguito da una ripida salita detta Arto dee Fiorentine. Più in alto i versanti si avvicinano stringendo il sentiero tra le pareti di roccia in località Streti, a cui segue un'altra ripida salita dove probabilmente si trovava un tempo un Tiglio, l'Arto del tajar. Si prosegue fino a Santantònì, un luogo di culto dedicato a San Antonio Abate. Proseguendo ci si avvicina ad un imponente pilastro di roccia dall'aspetto di un antico torrione di un castello, il Casteliér, seguito da una profonda cavità nel terreno, la Spiròncia, (o Cùvala) e quindi del Camin, uno stretto passaggio tra due pareti di roccia. Con un'ultima ripida salita, l'Arto de Evina, la Calà termina sul pianoro di Lobba in Località Evina a Sasso di Asiago.

Il cammino non è dei più semplici e lo consigliamo specialmente a chi ha un certo allenamento: non adatto ad escursionisti improvvisati. È sicuramente fattibile anche da famiglie con bambini in età scolare ma partendo al mattino, prevedendo pranzo al sacco o presso i bar di Sasso e rientrando dopo adeguata sosta dato che anche il rientro (in discesa) presenta alcune difficoltà specie per chi risente di problemi articolari (es. ginocchia) vista la notevole sollecitazione.

I tempi di percorrenza possono variare molto in base alla preparazione atletica di ciascuno. Il rientro a valle è sicuramente più rapido.

Tornando alla Calà, l'arrivo in quota sul bel prato verde appena oltre la scalinata, attrezzato con panchine e bacheche illustrative, dà senz'altro una bella soddisfazione dopo tanta fatica ma consigliamo di percorrere almeno altri 500 metri ed arrivare nel paese di Sasso di Asiago per poter godere al meglio l'escursione. Appena entrati nel centro abitato è facile raggiungere il Museo Grande Guerra 15-18, e per chi alla visita preferisce effettuare un ristoro, anche alcuni bar. Conclusione vera e propria del percorso è la Chiesa di Sasso che si trova a meno di 100 metri dal museo

COME RAGGIUNGERE IL PUNTO DI PARTENZA

Per percorrere l'itinerario in discesa, da Asiago bisogna raggiungere Sasso di Asiago in auto seguendo la SP72 direzione Bassano del Grappa. Superato l'abitato di Campomezzavia (a 8,5 km da Asiago) si percorre ancora un chilometro e si svolta, al bivio, a sinistra. Procedendo per ulteriori 3,5 km si giunge al cartello che indica l'inizio del paese. In corrispondenza della segnaletica svoltare subito a destra e raggiungere il parcheggio che si trova a pochi metri. Da lì proseguire verso il prato adiacente per iniziare l'itinerario.

Diversamente, per chi preferisce effettuare il percorso in salita, come di seguito indicato, si raggiunge l'abitato di Valstagna in circa 15 minuti da Bassano del Grappa in auto o treno (stazione di Carpanè-Valstagna della linea Bassano-Trento). Dal semaforo presente sulla SS47 della Valsugana, si entra nel paese e seguendo le indicazioni per la SP73 che conduce a Foza, si percorre il ponte che attraversa il Fiume Brenta e si svolta a destra. Dopo circa 100 metri si svolta a sinistra e lasciando l'abitato, si raggiunge dapprima il tornante nº 1 e, un chilometro e mezzo più avanti il tornante nº 2 dove è possibile lasciare l'automobile in un piccolo parcheggio.

 

ITINERARIO: Calà del Sasso
 

Indicazioni tecniche

Grado di Difficoltà: medio-alto
Dislivello: 744 metri
Altitudine min: 221 m slm
Altitudine Max: 965 m slm
Lunghezza: 7 ca. Km (solo Andata)
Tempo di Percorrenza a piedi: 3h circa (andatura turistica)

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